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La maggioranza delle persone in Italia dichiarano di non sapere che cosa è la biodiversità. Il 23% non ne ha mai sentito parlare, il 39% ha sentito la parola, ma non sa che cosa significa. Il 18% ha una cognizione esatta della biodiversità (nel resto d’Europa le cose vanno mediamente un po’ meglio; molto meglio nei Paesi del nord Europa).
La relativa conoscenza del concetto di biodiversità probabilmente spiega la drammaticità di una situazione ambientale che, a livello globale, ha questi numeri: Il 60% delle specie e il 77% degli habitat in Europa sono in uno stato di conservazione non buono. Circa la metà dei fiumi è inquinato o gravemente inquinato.Per l’innalzamento della temperatura, se non saranno adottate rapidamente misure che possano invertire le tendenze attuali, una specie su sei di animali e piante rischia di estinguersi entro il 2100.
La giornata mondiale della biodiversità, il 22 maggio, è stata istituita proprio per sensibilizzare le persone e i loro governi, per definire nuovi modelli di sviluppo che puntino sulle energie rinnovabili, su un’agricoltura sostenibile, sulla salvaguardia dell’ambiente.
Acqua e aria pulita, suolo fertile, materie prime e cibo, sono beni essenziali per il benessere del genere umano. L’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione Europea (OCSE) ha stimato che i danni economici per la perdita della biodiversità ammontano a una cifra tra i 2 e i 5 trilioni di dollari per anno, superiore alla ricchezza prodotta, nello stesso periodo, dalla stragrande maggioranza delle nazioni della Terra.