Triticum durum var. hordeiforme - frumento duro / RUSSELLO S.G.7 o ROSSELLO (Timilia x Biancuccia)
Varietà costituita per incrocio nel 1955 da Ugo De Cillis. Le due popolazione da cui è stato originato sono due di quelle tipiche in uso nella tradizione agricola dell'isola siciliana.
COLTIVAZIONE
La resa è di 20 quintali per ettaro, circa il 50% meno delle cultivar più moderne, ma è resistente alla ruggine del grano, al mal del piede (Ophiobolus graminis) ed al carbone (Ustilago tritici). L'altezza della spiga è circa un metro e mezzo o più cosa che non favorisce le infestanti, ma la rende facile all'allettamento, con la granella più grande del doppio rispetto ad un grano moderno. La cariosside è lunga, più o meno gibbosa con una struttura vitrea. Sconsiagliata pertanto la concimazione azotata.
USI CULTURALI
Mediamente produttivo; fioritura e maturazione a ciclo medio. È resistente alla stretta e mediamente resistente all'allettamento, al mal del piede, al carbone e alle ruggini. La spiga, fusiforme semi densa, è molto fragile; la meccanizzazione comporta dispersione di semi sul terreno.
Attualmente questo grano è coltivato in provincia di Ragusa per la produzione di farine destinate alla panificazione di qualità. I pani prodotti con la farina di Russello sono leggermente profumati di erbe. Le sue farine possiedono un alto gluten index pari a 86,4 %, con un buon indice W alveografico (intorno ai 150 J x 10−4) con un rapporto tenacità ed estensibilità a favore del primo. Queste farine consentono la produzione di pane mediamente poroso (alveoli) e con un elevato indice di rosso (colorazione della crosta), tipico del pane a pasta dura. Le sue farine possiedono un valore di forza medio ed hanno una bassa igroscopicità con valori compresi intorno al 58 %. Le proteine contenute nelle sue farine sono pari al 12-14 % e il glutine è pari a 10,5 %.
Scheda: D.V.
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