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Cucumis sativus var. sikkimensis - Cetriolo / GOLDEN UZBEKSKI

 

 

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Phaseolus vulgaris - Fagiolo / COCO BIANCO DEL VALDARNO

È una cultivar di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) tipica della zona del Valdarno superiore, nel territorio compreso tra i comuni di Reggello e Montevarchi.

La pianta ha portamento nano (circa 30 cm in altezza) e accrescimento determinato, con fiori di colore bianco e foglie verde chiaro. I baccelli si presentano dritti e di colore verde chiaro e contengono solitamente 5-6 semi completamente bianchi, dalla forma ovale.

 

COLTIVAZIONE

La semina avviene verso la metà di aprile, ma, a seconda delle condizioni locali, si può anticipare o posticipare, talvolta anche fino a luglio.

I terreni migliori per la coltivazione sono quelli sciolti e fertili. In caso di andamento stagionale particolarmente secco si rende necessaria un'irrigazione di soccorso. 

La raccolta dei baccelli solitamente si conclude entro la fine di luglio.

 

USI COLTURALI

Questo fagiolo presenta ottime caratteristiche organolettiche e viene consumato per lo più secco, talvolta anche fresco. Rispetto ad altre cultivar di fagiolo ha una pasta più delicata e farinosa, una buccia sottile e tempi di cottura ridotti. Si presta alla preparazione di pasta e fagioli e ribollita.

Ad oggi, la produzione, quantificabile in circa 50 quintali annui, coinvolge circa trenta produttori in tutto il Pratomagno, il Valdarno e la Valtiberina. La commercializzazione avviene nella zona di produzione e, in parte, nel resto della regione.

 

Scheda: M.D.

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Cynara cardunculus - Cardo / AVORIO GIGANTE BIANCO

Si tratta di una varietà di Cardo (Cynara cardunculus), pianta originaria del bacino del Mediterraneo e già coltivata in Italia al tempo dei Romani. E' affine al carciofo (Cynara scolymus), se ne differenzia per un maggior sviluppo in altezza, foglie con picciolo e nervature spessi e carnosi -che costituiscono il prodotto utilizzato nell’alimentazione- e un capolino fiorale molto più piccolo. Essendo una pianta erbacea perenne, la sua sopravvivenza è consentita, oltre che dal seme, da specifiche gemme poste a livello della superficie del terreno.

 

COLTIVAZIONE

Il cardo si adatta a differenti condizioni climatiche, anche se preferisce un clima temperato, accompagnato da un’esposizione soleggiata e riparata. I terreni migliori per la coltivazione sono quelli sciolti, a tessitura sabbiosa-limosa; le operazioni consigliate prima della semina sono una buona aratura, un'abbondante concimazione organica e minerale e un buon affinamento del terreno. La semina avviene in primavera (aprile-maggio), mentre la raccolta si effettua a partire dal mese di ottobre e si protrae fino alla primavera dell’anno successivo. Solitamente la pianta si coltiva in asciutto, ad esclusione di un irrigazione di soccorso che può rendersi necessaria nei mesi di luglio ed agosto. Al momento della raccolta il cardo viene estirpato, privato delle radici e delle foglie esterne e mozzato alle estremità.

 

USI CULTURALI

Viene considerata una pianta poliennale per la raccolta del seme e annuale per la produzione dei piccioli fogliari, le cosiddette coste, che in questa varietà si presentano tenerissime, larghe, carnose e di colore bianco, ottime per il consumo fresco. Di recente, inoltre, è aumentato l’interesse verso questa specie come fonte di sostanze con proprietà terapeutiche, su tutte la cinarina, una molecola che agisce sulla funzionalità epatica.

 

Scheda: M.D.

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Hibiscus esculentus - Okra / CLEMSON SPINELESS

 

 

Membro della famiglia delle Malvaceae, l'okra, conosciuto anche con i nomi di gombo e abelmosco, è una pianta perenne, originaria dell'Africa tropicale e coltivata come annuale nei paesi a clima temperato.

La pianta può raggiungere i due metri di altezza, ha fiori con cinque petali di colore dal bianco al giallo, e frutti capsulari lunghi fino a 18 cm e contenenti molti semi bianchi.

Considerato come uno tra gli ortaggi più resistenti al calore e alla siccità al mondo, trova largo utilizzo soprattutto nelle cucine indiana e cajun.

 

COLTIVAZIONE

Trattandosi di una pianta proveniente da ambienti a clima caldo, è meglio non mettere a dimora i semi prima dell'arrivo dell'estate e aspettare che le temperature notturne rimangano sopra i 12°C. La crescita ottimale si verifica con temperature del suolo superiori a 18°C.

Necessita di una buona esposizione alla luce solare e molta acqua per tutto il ciclo di coltivazione. Un accorgimento utile alle giovani piantine in fase di accrescimento può essere l'aggiunta di compost al terreno prima della semina. In seguito, qualora le piante raggiungano notevoli dimensioni si rendono necessari dei sostegni.

Una volta formati, i frutti diventano rapidamente fibrosi e legnosi, per cui, per poter essere utilizzati come ortaggio, devono essere raccolti quando ancora immaturi, solitamente entro una settimana dall'impollinazione.

 

USI COLTURALI

Al giorno d'oggi l'okra è un ortaggio ancora poco conosciuto in Italia, ma è celebre in molti paesi per le sue qualità e proprietà culinarie.

I frutti possono essere consumati cotti, in salamoia, crudi e inclusi nelle insalate. Poiché sono mucillaginosi, quando vengono cotti producono una tipica sostanza gelatinosa che potrebbe non essere apprezzata dai palati più fini. Tuttavia, un possibile rimedio per rimuovere la gelatina è cuocerlo con un alimento acido, come il pomodoro. 

Anche le foglie delle giovani piante si possono consumare, o cotte come quelle delle barbabietole oppure utilizzate nelle insalate.

A livello industriale, oggetto di interesse sono l'olio estratto dai semi e la mucillagine presente nei frutti: il primo può essere impiegato nella produzione di biocarburanti, mentre la seconda, dal 2018, è in fase di studio per poter essere integrata come imballaggio alimentare biodegradabile.

 

Scheda: M.D.

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