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Phaseolus Vulgaris - Fagiolo / ROSSO DI LUCCA

 

Varietà di fagiolo storicamente coltivata in lucchesia fin dai primi decenni del secolo scorso. Viene considerato come un fagiolo unico nel suo genere, visto che non esistono di simili in altre regioni italiane, come accade invece per altre varietà locali. Al pari del fagiolo scritto di Lucca, veniva coltivato nelle aree più fertili della piana lucchese in consociazione con il mais allo scopo di utilizzare al massimo il terreno disponibile e fornire al tempo stesso alla leguminosa un ambiente fresco e riparato.

La pianta presenta un accrescimento determinato e portamento nano (altezza massima 50-60 cm). Il seme, reniforme, è caratterizzato da una colorazione rossa di varia intensità con striature che vanno dal vinaccia scuro al nerastro, simile al borlotto. Ha consistenza molto farinacea e un sapore più intenso rispetto al fagiolo cannellino.

 

COLTIVAZIONE

Preferisce terreni di medio impasto o tendenzialmente sabbiosi, prossimi ai corsi d'acqua. La semina avviene in maggio-giugno su file distanti 50 centimetri e distanza di 5 centimetri lungo la fila; normalmente non necessita di trattamenti antiparassitari, mentre è opportuno intervenire con irrigazioni di soccorso in annate particolarmente siccitose. La raccolta, tra settembre e ottobre, avviene manualmente o meccanicamente in aziende più strutturate. Il seme, una volta essiccato, viene sottoposto ad un trattamento refrigerante per la conservazione.

 

USI COLTURALI

Il fagiolo rosso di Lucca è particolarmente indicato per la preparazione di zuppe e minestre coma la zuppa alla frantoiana, pasta e fagioli, farinata (minestra tipica lucchese a base di fagioli rossi lucchesi, cavolo nero e farina di mais), minestra di farro e fagioli all'uccelletto con aglio, salvia, pomodoro e salsiccia.

Fino a pochi anni fa la coltivazione di questo legume era relegata a poche aziende a livello hobbistico. Attualmente, grazie alla maggiore richiesta di produzioni tipiche e al lavoro di selezione di alcuni volontari, la produzione del fagiolo rosso di Lucca risulta attiva, anche se non al punto da non far pensare a un rischio di scomparsa dello stesso.

 

Scheda: M.D.

#00056 è il numero di accessione ai semi che sono disponibili nella Banca della Biodiversità. 
Per richiedere la lista di disponibilità dei semi scrivi a:     Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.   oppure clicca sul bottone blu "invia e-mail" nella barra della pagina Banca della Biodiversità https://www.facebook.com/bancadellabiodiversita lasciando i tuoi dati e la tua richiesta.

Borago officinalis -  BORAGGINE 

Fioritura di borragine. Credit: Stefano Michelucci (Acta Plantarum)

E' una pianta erbacea euro-mediterranea che si distingue per la fitta peluria che la riveste completamente, ed i graziosi fiori azzurri (o rosa) a cinque petali. La si può trovare nei terreni fertili ed umidi, dal livello del mare fino a 1400 metri di altitudine. 

I fiori sono visitatissimi dalle api ed altri pronubi come api selvatiche, bombi, mosche a cui vengono offerte interessanti porzioni di nettare e polline per tutto il tempo della fioritura... che è scalare. Ogni esemplare della pianta produce  a completo sviluppo in media un migliaio di fiori. Un metro quadro di terreno a borragine produce 5g di zucchero nettarino e 5g di polline (1) facendone una delle essenze mellifere più importanti.

La pianta nella sua storia evolutiva ha sviluppato comportamenti interessanti e sofisticati tra i quali va ricordata la mirmecoria, ovvero l'induzione al trasporto dei propri semi verso le formiche che vengono ricompensate per il "passaggio" con l'elaisoma un'appendice del seme ricca di sostanze grasse di cui questi insetti si nutrono quando ne ammassano i semi sotto terra, abbandonando invece l'achene che si trova così già posizionato nel suolo, pronto a germinare quando si verificano le condizioni ottimali alla propria vegetazione.

 

  

Microfotografia di achene di borragine con il caratteristico elaisoma                 Tetracheni in maturazione. Credit: Nino Messina (Acta Plantarum)  Credit: Hans Stuessi 

 

COLTIVAZIONE

Benché si tratti di una pianta spontanea, le sue numerose proprietà ne incoraggiano la coltivazione che può essere effettuata in terreni di qualsiasi tipo. Si avvantaggia dell'umidità che ne stimola molto la fioritura. Si dissemina facilmente, mentre la raccolta dei semi è problematica in quanto la produzione avviene su periodi di tempo molto prolungati.

 

USI CULTURALI

Le sommità fiorite e le foglie giovani sono ottime se vengono lessate e si possono consumare come gli spinaci o come ripieno dei ravioli, ma gli utilizzi culinari sono moltissimi ed originali. I fiori possono essere usati per ottenere un colorate alimentare blu che si usa anche per colorare l'aceto dando tonalità rosa quando viene a contatto con l'acido. Gli stessi fiori vengono utilizzati anche per la canditura. Le si accreditano proprietà diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie, benché recenti studi indichino la presenza di sostanze in tutta la pianta (eccetto che ne semi) che se assunte in grandi quantità hanno effetti epatotossici, sconsigliandone l'uso alimentare.

I semi (e l'olio essenziale da essi ottenuto) sono una ricca fonte di acido gamma-linoleico che ha proprietà regolative del sistema ormonale quindi consigliati per le sindromi premestruali e la pressione alta e per il trattamento delle flebiti.

La pianta è anche un ottima produttrice di biomassa e se sfalciata in primavera ricresce velocemente per cui (come altre boraginaceae) è utile per la produzione di compost ammendante.

Scheda: A.C.

 

#00002 è il numero di accessione ai semi che sono disponibili nella Banca della Biodiversità. 
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(1) 1. Stawiarz, Ernest, Wróblewska, Anna, Masierowska, Marzena and Sadowska, Dagmara. "Flowering, Forage Value, and Insect Pollination in Borage (Borago Officinalis L.) Cultivated in Se Poland" Journal of Apicultural Science, vol.64, no.1, 2020, pp.77-89. https://doi.org/10.2478/jas-2020-0005.

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